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Soluzione di alcuni degli esercizi proposti

Soluzione dell'esercizio 1.1 

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Soluzione dell'esercizio 1.2 

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Soluzione dell'esercizio 1.3 

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Soluzione dell'esercizio 1.4 

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Soluzione dell'esercizio 1.5 

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Soluzione dell'esercizio 1.6 

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Soluzione dell'esercizio 1.7 

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Soluzione dell'esercizio 1.8 

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Soluzione dell'esercizio 1.9 

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Soluzione dell'esercizio 2.1 

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Soluzione dell'esercizio 2.2 

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Soluzione dell'esercizio 2.3 

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Soluzione dell'esercizio 2.4 

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Soluzione dell'esercizio 2.5 

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Soluzione dell'esercizio 3.1 

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Soluzione dell'esercizio 3.2 Proviamo soltanto l'associatività della somma. Dobbiamo provare che per ogni $n,m,k\in\mathbb{N}$ si ha che $(n+m)+k=n+(m+k)$. Procediamo per induzione su $k$. Se $k=0$ dalla definizione si ha $(n+m)+ 0
=n+m$ e anche $n+(m+0)=n+(m)=n+m$. Supponiamo la tesi vera per $k$ e proviamola per $\mathop{\rm succ}\nolimits (k)$.

\begin{eqnarray*}
(m+n)+\mathop{\rm succ}\nolimits (k) & = & \mathop{\rm succ}\...
...op{\rm succ}\nolimits (n+k)=m+(n+\mathop{\rm succ}\nolimits (k))
\end{eqnarray*}



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Soluzione dell'esercizio 3.3 

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Soluzione dell'esercizio 4.2 Siano $f:X\to I_n$ e $g : Y \to I_n$ due bigezioni, allora l'applicazione $h:I_{n+m}\to X\cup Y$ definita da

\begin{displaymath}
h(i)=\Big\langle
\begin{array}{lcl}
f(i) &&\hbox{\rm {se }} i<n \\
g(i-n) && \hbox{\rm {se }} n\le i < m+n
\end{array}\end{displaymath}

è una bigezione.

Per la seconda parte si osservi innanzitutto che $X= (X-Y)\cup (X\cap Y)$ e che $(X-Y)\cap (X\cap Y)=\varnothing $ e che quindi per l'esercizio precedente,

\begin{displaymath}
\left\vert X\right\vert = \left\vert X-Y\right\vert + \left\vert X\cap Y\right\vert
\end{displaymath}

osserviamo inoltre che $X\cup Y=(X-Y)\cup Y$ con $(X-Y)\cap Y=\varnothing $ e quindi $\left\vert X\cup Y\right\vert= \left\vert X-Y\right\vert+ \left\vert Y\right\vert$, da cui

\begin{displaymath}
\left\vert Y\right\vert=\left\vert X\cup Y\right\vert - \left\vert X-Y\right\vert
\end{displaymath}

sommando queste due relazioni si ottiene la tesi.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 4.3 Procediamo per induzione su $n$. Se $n=1$ non c'è nulla da dimostrare. Supponiamo la tesi vera per $n$, usando l'associatività dell'unione si ha

\begin{displaymath}
\bigcup_{i=1}^{n+1} X_i= ( \bigcup_{i=1}^{n} X_i )\cup X_{n+1}
\end{displaymath}

e dato che gli $X_i$ sono a due a due disgiunti, anche $ ( \bigcup_{i=1}^{n}
X_i )\cap X_{n+1}=\varnothing $, ma allora per l'esercizio precedente, e l'ipotesi di induzione, si ha che

\begin{displaymath}
\left\vert\bigcup_{i=1}^{n+1} X_i\right\vert=
\left\vert\b...
...t X_{n+1}\right\vert=\sum_{i+1}^{n+1}\left\vert X_i\right\vert
\end{displaymath}

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Soluzione dell'esercizio 4.4 

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Soluzione dell'esercizio 4.5 

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Soluzione dell'esercizio 4.6 

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Soluzione dell'esercizio 5.1  Se una tale $g$ esiste, $f$ è surgettiva, dato che per ogni $y\in Y$ si ha che $f(g(y))=y$.

Viceversa, supponiamo che $f$ sia surgettiva, allora $f^{-1}(y)\ne\varnothing $ per ogni $y\in Y$, per l'assioma di scelta, esiste una funzione di scelta, $g:Y\to\bigcup_{y\in
Y}f^{-1}(y)$, tale che $g(y)\in f^{-1}(y)$ per ogni $y\in Y$, ma ciò significa che $f(g(y))=y$ per ogni $y\in Y$, ossia che $g$ è una inversa destra di $f$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 5.2 Se una tale $g$ esiste allora $f$ deve necessariamente essere iniettiva, infatti se $f(x_1)=f(x_2)$ allora $x_1=g(f(x_1))=g(f(x_2))x_2$.

Viceversa, supponiamo che $f$ sia iniettiva. Allora per ogni $y\in f(X)$ esiste un unico $x_y\in X$ tale che $f(x_y)=y$. Preso un arbitrario $\overline{x}\in X$ definiamo $g:Y\to X$ ponendo

\begin{displaymath}
g(y)=\Big\langle
\begin{array}{lcl}
x_y &&\hbox{\rm {se }...
...) \\
\overline{x} &&\hbox{\rm {se }}y\notin f(X)
\end{array}\end{displaymath}

Dato che per ogni $x\in X$ l'unico elemento avente $f(x)$ come immagine è $x$ stesso, si ha che $g(f(x))=x$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 5.3 

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Soluzione dell'esercizio 6.1 

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Soluzione dell'esercizio 6.2 A partire dagli $X_m$ costruiamo dei nuovi insiemi, ponendo

\begin{eqnarray*}
Y_0 & = & X_0 \\
Y_{n+1} & = & X_{n+1} - \bigcup_{m=0}^{n} X_m \qquad \forall n \ge 0
\end{eqnarray*}



Gli insiemi in questione sono a due a due disgiunti, e $\bigcup_nY_n=\bigcup_nX_n$. Si consideri l'insieme $A=\{n\in\mathbb{N}\mid
Y_n\ne\varnothing \}$, allora $Y=\bigcup_{n\in A}Y_n$. Per quanto visto in precedenza $A$ è finito o numerabile. Nel primo caso $A$ è finito, nel secondo caso è numerabile.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 6.3 Come nell'esercizio precedente, poniamo

\begin{eqnarray*}
Y_0 & = & X_0 \\
Y_{n+1} & = & X_{n+1} - \bigcup_{m=0}^{n} X_m \qquad \forall n \ge 0
\end{eqnarray*}



Gli insiemi in questione sono a due a due disgiunti, e $\bigcup_nY_n=\bigcup_nX_n$. Si consideri l'insieme $A=\{n\in\mathbb{N}\mid
\left\vert Y_n\right\vert=\aleph_0\}$, $B=\{n\in\mathbb{N}\mid Y_n\ne\varnothing \hbox{\rm { ed \\lq e finito}}\}$, allora $Y=\bigcup_{n\in A}Y_n\cup\bigcup_{n\in B}Y_n$. Per quanto visto in precedenza $A$, e $B$ sono finiti o numerabili. Dato che $Y_0$ è numerabile, $A\ne\varnothing $ e quindi $\bigcup_{n\in A}Y_n$ è numerabile. D'altra parte $\bigcup_{n\in
B}Y_n$ è finito o numerabile e quindi la loro unione è numerabile.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 6.4 

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Soluzione dell'esercizio 6.5 

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Soluzione dell'esercizio 6.6 

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Soluzione dell'esercizio 6.7 La funzione $f:(0,1)\to\mathbb{R}$ definita da $f(t)=\tan(\pi t-\pi/2)$ è una bigezione.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 6.8 Osserviamo che $X-Y$ non può essere né finito né numerabile, altrimenti $X=(X-Y)\cup Y$ sarebbe numerabile. Ma allora $X-Y$ contiene un sottinsieme, $Y'$, numerabile. Dato che $Y$ e $Y'$ sono entrambi numerabili, la loro unione è numerabile, sia quindi $f:Y'\to Y\cup Y'$ una bigezione e si definisca $g:X-Y\to X$ ponendo:

\begin{displaymath}
g(x)=\Big\langle
\begin{array}{lcl}
f(x) &&\hbox{\rm {se ...
...\in Y' \\
x &&\hbox{\rm {se }} x\in X-(Y\cup Y')
\end{array}\end{displaymath}

$g$ è chiaramente una bigezione.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 6.9 Per ogni $k\in \mathbb{N}$ sia $F_k=\{A\in 2^\mathbb{N}\mid \left\vert A\right\vert = k\}$. Chiaramente $F=\bigcup_{k\in\mathbb{N}}F_k$. Proviamo che $\left\vert F_k\right\vert=\aleph_0$ per ogni $k\ge
1$. Procediamo per induzione su $k$. Se $k=1$ allora l'applicazione $n\to \{n\}$ è una bigezione $\mathbb{N}\to F_1$. Supponiamo che $F_k$ sia numerabile, allora per ogni $A\in F_k$ sia $F_{k+1}(A)=\{B\in F_{k+1}\mid B\supseteq A\}$. per ogni $A$ l'insieme $F_{k+1}(A)$ è numerabile, in quanto in bigezione con $\mathbb{N}-A$, inoltre $F_{k+1}-\bigcup_{A\in F_k}F_{k+1}(A)$ è numerabile in quanto unione di una famiglia numerabile di insiemi numerabili.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 6.10 

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Soluzione dell'esercizio 7.1 

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Soluzione dell'esercizio 7.2 

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Soluzione dell'esercizio 7.3 

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Soluzione dell'esercizio 7.4 

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Soluzione dell'esercizio 7.5 

    DIVE (n,m) {
      N=n
      M=m
      Q=0
      R=N
      WHILE N > M-1 DO
        N = N-M
        R = N
        Q = Q+1
      END WHILE
    }
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Soluzione dell'esercizio 8.1 Dalla definizione del coefficiente binomiale si ha

\begin{eqnarray*}
{n \choose k}+{n \choose k-1} & = &
\frac{n!}{k!(n-k)!}+\fra...
...(k)!(n-k+1)!} =
\frac{n!(n+1)}{(k)!(n-k+1)!} =
{n+1 \choose k}
\end{eqnarray*}



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Soluzione dell'esercizio 8.2 Si osservi che se $X$ è un insieme con $n$ elementi, allora

\begin{displaymath}
2^X=\bigcup_{i=0}^n{X \choose k}
\end{displaymath}

e che questi insiemi sono a due a due disgiunti. Quindi

\begin{displaymath}
2^n=2^{\left\vert X\right\vert}=\left\vert 2^X\right\vert=\...
...n{\left\vert X\right\vert \choose k}=\sum_{i=0}^n{n \choose k}
\end{displaymath}

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Soluzione dell'esercizio 10.1 Procediamo per induzione su $k$. Se $k=1$ non c'è nulla da dimostrare. Supponiamo che la tesi sia vera per $k$ e supponiamo che $p\mathrel{\big\vert}n_1n_2\dots n_{k+1}$, ossia $p\mathrel{\big\vert}(n_1n_2\dots
n_k)n_{k+1}$. Per il corollario 10.2, si ha che $p\mathrel{\big\vert}
n_1n_2\dots n_k$ oppure $p\mathrel{\big\vert}n_{k+1}$. Se si verifica la seconda eventualità abbiamo finito, altrimenti, per ipotesi di induzione esiste $i\in \{1,\dots,k\}$ tale che $p\mathrel{\big\vert}n_i$, e quindi si conclude.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 10.2 

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Soluzione dell'esercizio 10.3 

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Soluzione dell'esercizio 10.4 Chiaramente $\prod _{i=1}^s p_i^{k_i\wedge h_i}$ è un divisore comune a $n$ e $m$. Inoltre se $c$ è un divisore comune non può avere fattori primi diversi dai $p_i$, quindi $c=\prod _{i=1}^s p_i^{l_i}$. Dal fatto che $c\mathrel{\big\vert}n$ segue allora che $l_i\le k_i$ e dal fatto che $c\mathrel{\big\vert}m$ segue che $l_i\le
h_i$ per ogni $i$, e quindi $l_i\le k_i\wedge h_i$.

La formula per il m.c.m. segue allora dal fatto che $[n,m]=\left\vert nm\right\vert/(n,m)$, e che per ogni coppia di numeri reali si ha che $h+k-h\wedge k=h\vee k$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 11.1 Per quanto visto nell'osservazione 11.8, possiamo definire l'applicazione $\Phi:R\to P$ data da $\Phi({\cal R})=X\big/\mathchoice
{{}_{\!\displaystyle {}{\cal R}}}
{{}_{\!\te...
... R}}}
{{}_{\!\scriptstyle {}{\cal R}}}
{{}_{\!\scriptscriptstyle {}{\cal R}}}$.

Data invece una partizione ${\cal P}\in P$ definiamo la relazione $\stackrel{{\cal P}}{\sim}$ ponendo

\begin{displaymath}
x_1\stackrel{{\cal P}}{\sim}x_2\iff \exists A\in {\cal P}: x_1,x_2\in A.
\end{displaymath}

Proviamo che $\stackrel{{\cal P}}{\sim}$ è una relazione d'equivalenza.

$\stackrel{{\cal P}}{\sim}$ è riflessiva. Se $x\in X$ allora, dato che ${\cal P}$ ricopre $X$ (proprietà (2) di 11.8), esiste $A\in {\cal P}$ tale che $x\in A$ e quindi $x\stackrel{{\cal P}}{\sim}x$.

$\stackrel{{\cal P}}{\sim}$ è simmetrica. Ovvio.

$\stackrel{{\cal P}}{\sim}$ è transitiva. Siano $x_1\stackrel{{\cal P}}{\sim} x_2$ e $x_2\stackrel{{\cal P}}{\sim} x_3$, allora esistono $A,B\in {\cal P}$ tali che $x_1,x_2\in
A$ e $x_2, x_3\in B$. Ma, allora $x_2\in A\cap B$ ossia $A\cap B\ne\varnothing$ e quindi coincidono (proprietà (3) di 11.8) ossia $A=B$ e quindi $x_1,x_3\in A$ ovvero $x_1\stackrel{{\cal P}}{\sim} x_3$.

Definiamo allora $\Psi:P\to R$ ponendo $\Psi({\cal P})=\stackrel{{\cal P}}{\sim}$, e proviamo che $\Phi\circ\Psi={\rm id}$ e $\Psi\circ\Phi={\rm id}$. Ciò concluderà la dimostrazione.

Sia ${\cal R}\in R$, allora, per la (2) della proposizione 11.7, si ha che $x_1{\cal R}x_2$ se e solo se $\left[x_1\right]_{{\cal R}}=\left[x_2\right]_{{\cal R}}$ ossia se e solo se esiste $A\in X\big/\mathchoice
{{}_{\!\displaystyle {}{\cal R}}}
{{}_{\!\textstyle {}...
... R}}}
{{}_{\!\scriptstyle {}{\cal R}}}
{{}_{\!\scriptscriptstyle {}{\cal R}}}$ tale che $x_1,x_2\in
A$ ossia se e solo se esiste $A\in \Phi({\cal R})$ tale che $x_1,x_2\in
A$ ossia se e solo se $x_1\stackrel{\Phi({\cal R})}{\sim} x_2$ e quindi ${\cal R}=\Psi(\Phi({\cal R}))$.

Sia invece ${\cal P}\in P$, allora, dato $A\in P$ sia $x\in A$, è chiaro che $\left[x\right]_{\stackrel{{\cal P}}{\sim}}=A$, ciò unito al fatto che ${\cal P}$ ricopre $X$ (proprietà (2) di 11.8) permette di concludere che $X\big/\mathchoice
{{}_{\!\displaystyle {}\stackrel{{\cal P}}{\sim}}}
{{}_{\!\...
...l P}}{\sim}}}
{{}_{\!\scriptscriptstyle {}\stackrel{{\cal P}}{\sim}}}={\cal P}$ ovvero che $\Phi(\Psi({\cal P}))={\cal P}$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 11.2 Proviamone l'ultima a titolo di esempio, le a ltre si dimostrano in modo completamente analogo.

\begin{displaymath}
\left[a\right] ( \left[b\right] + \left[c\right]) = \left[a...
... (\left[a\right]\left[b\right])+(\left[a\right]\left[c\right])
\end{displaymath}

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Soluzione dell'esercizio 12.1 

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Soluzione dell'esercizio 12.2 Osserviamo che per ogni $i\in\mathbb{N}$ si ha che $10^i\cong 1\quad{\rm mod} 3$. Questo perché $10 \cong 1 \quad{\rm mod} 3$ e quindi $10^i \cong 1^i=1 \quad{\rm mod} 3$. Ma allora

\begin{displaymath}
n = \sum _{i=0}^k \varepsilon _i 10^i \cong \sum _{i=0}^k \varepsilon _i \quad{\rm mod} 3
\end{displaymath}

quindi $3\mathrel{\big\vert}n$ se e solo se $n\cong 0 \quad{\rm mod} 3$ se e solo se $\sum _{i=0}^k
\varepsilon _i\cong 0 \quad{\rm mod} 3$ se e solo se $3\mathrel{\big\vert}\sum _{i=0}^k \varepsilon _i$.

Del tutto analoga è la dimostrazione della seconda. Per quanto riguarda la terza si adatti la dimostrazione della prima osservando che $10\cong -1 \quad{\rm mod} 11$ e quindi

\begin{displaymath}
10 ^ i \cong (-1)^i = \big\langle
\begin{array}{ll}
1 & \...
...
-1 & \hbox{\rm {se}} x \hbox{\rm {\\lq e dispari}}
\end{array}\end{displaymath}

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Soluzione dell'esercizio 13.1 Sia $c$ una soluzione di $a x \cong b \quad{\rm mod} n$, allora $n \mathrel{\big\vert}(ac-b)$ ossia $ac - b = kn$. Ma allora $a'(a,n) c -b'(a,n) = kn'(a,n)$ da cui segue che $a'c-b'=kn'$, ossia $c$ è una soluzione della seconda congruenza.

Viceversa se $c$ risolve $a' x \cong b' \quad{\rm mod}\ n'$ allora esiste $k$ tale che $a'c-b'=kn'$ e quindi $ac-b=(a'c-b')(a,n) = kn'(a,n)=kn$, ossia $c$ risolve la prima congruenza.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 13.2 Se $y\in\left[x\right]_n$ allora $n\mathrel{\big\vert}(x-y)$, ma dato che $n'\mathrel{\big\vert}n$ allora anche $n'\mathrel{\big\vert}(x-y)$, ovvero $y\in\left[x\right]_{n'}$.

Proviamo innanzitutto che $\left[x+in'\right]_n\subseteq \left[x\right]_{n'}$ per ogni $i$. Infatti se $y\in\left[x+in'\right]_n$ allora $n\mathrel{\big\vert}(x-y+in')$ e quindi $n'\mathrel{\big\vert}(x-y+in')$, da cui segue che $n'\mathrel{\big\vert}(x-y)$ ossia che $y\in\left[x\right]_{n'}$. Da questo fatto ne consegue allora che $\left[x\right]_{n'}
\supseteq \bigcup _{i=0}^{d-1}\left[x+in'\right]_n$. Dimostriamo l'inclusione opposta. Sia $y\in\left[x\right]_{n'}$, e sia $r$ il resto della divisione euclidea di $x-y$ per $n$, ossia $x-y=qn+r$ con $0\le r<n$. Allora $n'\mathrel{\big\vert}x-y$ e quindi $n'\mathrel{\big\vert}r$, ovvero esiste $i$ tale che $r=in'$ e $0\le i \le d-1$. Inoltre $x+r-y=nq$ e quindi $y \cong x+r=x+id\quad{\rm mod}\ n$, ossia $y\in
\bigcup_{i=0}^{d-1} \left[x+in'\right]_n$.

Per concludere osserviamo che affinché si abbia $\left[x+in'\right]_n\ne\left[x+jn'\right]_n$ deve aversi $x+in'\cong x+jn'\quad{\rm mod}\ n$, ovvero $n\mathrel{\big\vert}(i-j)n'$. Supposto per assurdo che $j<i$ si ha allora che $0<i-j<d$ e quindi $0<(i-j)n'<dn'= n$, ma allora $(i-j)n'$ non potrebbe essere un multiplo di $n$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 13.3 Osserviamo che $X=\left[x\right]_n$ risolve l'equazione $\left[a\right]_nX=\left[b\right]_n$ se e solo se % latex2html id marker 19822
$ax\cong b\quad{\rm mod}\ n$. Per l'esercizio 13.1 se $c$ è una soluzione intera allora tutte le soluzioni intere sono $\left[c\right]_{n'}$. Ma allora per l'esercizio precedente $\left[c\right]_{n'}=\bigcup
_{i=0}^{(a,n)-1}\left[x+in'\right]_n$ e le classi $\left[x+in'\right]_n$ con $i=0,\dots.(a,n)-1$ sono tutte diverse. Queste sono tutte e sole le soluzioni in $\mathbb{Z}\big/\mathchoice
{{}_{\!\displaystyle {}n\mathbb{Z}}}
{{}_{\!\texts...
... {{}_{\!\scriptstyle {}n\mathbb{Z}}}
{{}_{\!\scriptscriptstyle {}n\mathbb{Z}}}$ dell'equazione lineare $\left[a\right]_nX=\left[b\right]_n$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 13.4 Sia $x\in\mathbb{Z}$ allora o $p\mathrel{\big\vert}x$ oppure $(x,p)=1$, ma nel primo caso $\left[x\right]_p=\left[0\right]_p$ nel secondo caso $\left[x\right]_p$ è invertibile mod $p$ e quindi $\left[x\right]_p^{p-1}=\left[1\right]_p$ ovvero $\left[x\right]_p^{p-1}-\left[1\right]_p=\left[0\right]_p$. Ne consegue che in ogni caso il prodotto di $\left[x\right]_p$ e di $\left[x\right]_p^{p-1}-\left[1\right]_p$ è $\left[0\right]_p$ ovvero

\begin{eqnarray*}
\left[0\right]_p
&=&\left[x\right]_p(\left[x\right]_p^{p-1}-...
...1}-1\right]_p=\left[x(x^{p-1}-1)\right]_p=\left[x^{p}-x\right]_p
\end{eqnarray*}



quindi $p\mathrel{\big\vert}(x^p-x)$ ovvero $x^p-\cong x \quad{\rm mod}\ p$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 13.5 Osserviamo che $(a,pq)\ne1$ se e solo se $p\mathrel{\big\vert}a$ o $p\mathrel{\big\vert}a$, ma i numeri più piccoli di $pq$ che sono divisibili per $p$ sono $p$, $2p,\dots,qp$, quelli che sono divisibili per $q$ sono invece $q$, $2q,\dots,pq$ e quindi i numeri più piccoli di $pq$ e non coprimi con $pq$ sono $p+q-1$. Quindi $\Phi(pq)=pq-(p+q-1)=(p-1)(q-1)$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 13.6  $\Phi(n)=(p-1)(q-1)=pq -p -q +1= n -p -q +1$ da cui $p+q=n+1-\Phi(n)$. Quindi $p$ e $q$ sono determinati dal sistema di equazioni

\begin{displaymath}
\left\{
\begin{array}{l}
p+q=n+1-\Phi(n) \\
pq=n
\end{array} \right.
\end{displaymath}

Una semplice sostituzione mostra che allora $p$ e $q$ devono essere le due radici dell'equazione $x^2-(n+1-\Phi(n))+n=0$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 13.7 

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Soluzione dell'esercizio 14.1 La relazione $\mathrel{{\cal R}(E)}$ è simmetrica. Infatti se $v_1\mathrel{{\cal R}(E)}v_2\iff\{v_1,v_2\}\in
E$. Ma $\{v_1,v_2\}={v_2,v_1}$, quindi anche $\{v_2,v_1\}\in
E$ e quindi $v_2\mathrel{{\cal R}(E)}v_1$.

La relazione $\mathrel{{\cal R}(E)}$ è antiriflessiva. Infatti per ogni $v\in V$ $\{v\}=\{v,v\}\notin E$ e per tanto $\lnot v {\mathrel{{\cal R}(E)}} v$.

Se $\sim$ è antiriflessiva, allora ${\cal E}(\sim)\subseteq {V \choose 2}$, infatti se $e\in{\cal E}(\sim)$ allora, per definizione di ${\cal E}(\sim)$, $e=\{v_1,v_2\}$ con $v_1\sim v_2$, e dato che $\sim$ è antiriflessiva, $v_1\ne v_2$ e quindi $\left\vert e\right\vert =2$ ovvero $e\in {V \choose 2}$ ovvero ${\cal E}(\sim)\subseteq {V \choose 2}$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 14.2 Per quanto visto nell'osservazione 14.2, la relazione $\mathrel{{\cal R}({\cal E}(\sim))}$ è sempre simmetrica, quindi non potrà essere uguale a $\sim$ che non lo è.

Un esempio. $X=\{0,1\}$ e $\sim=\{(0,1)\}$. Evidentemente $0\sim1$ ma $1\not\sim
0$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 14.4  Il sottografo indotto $K_n[V]$ è isomorfo a $K_m$. Sia $f:\{1,\dots,m\}\to
V$ una funzione bigettiva. $f$ è evidentemente un isomorfismo dato che tutte le coppie di elemnti di $\{1,\dots,m\}$ sono lati di $K_m$ e tutte le coppie di eleenti $\{v_1,v_2\}$ al variare di $v_1\ne v_2\in V$ sono lati di $K_n$ e quindi di $K_n[V]$.

Volendo essere più formali, dato che $K_n$ è completo, per ogni $1\le i \ne j \le m$ il lato $\{f(i),f(j)\}\in E(K_n)$ e quindi $\{f(i),f(j)\}\in E(K_n[V])$. D'altra parte se $\{v_1,v_2\}\in
E(K_n[V])$, allora esistono $1\le i\ne j m$ tali che $f(i)=v_1$ e $f(j)=v_2$ e dato che $K_m$ è il grafo completo, $\{i,j\}\in E(K_m)$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 14.5 

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Soluzione dell'esercizio 14.6 

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Soluzione dell'esercizio 14.7 

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Soluzione dell'esercizio 14.8 

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Soluzione dell'esercizio 14.9 La colorazione dei lati data in figura 14

Figura 14: Soluzione grafica dell'esercizio 14.9
\begin{figure}\begin{center}
\mbox{\psfig{file=petersen1.ps,width=5cm}   %%
\psfig{file=petersen2.ps,width=5cm}}
\end{center} \end{figure}

suggerisce come definire l'isomorfismo. Precismante se si definisce la funzione $f:\{1,2,\dots,10\}\to\{a,b,\dots,j\}$ ponendo

\begin{displaymath}
\begin{array}{rclcrclcrclcrclcrcl}
f(1)&=&a &\quad & f(2)&...
...d & f(8)&=&h &\quad & f(9)&=&i &\quad &
f(10)&=&j
\end{array}\end{displaymath}

una semplice verifica mostra che $f$ è un isomorfismo.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 14.10 

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Soluzione dell'esercizio 14.11 

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Soluzione dell'esercizio 14.12 Se identifichiamo la lettera $a$ con il numero $0$ e la $b$ con l'$1$, si ottiene una identificazione delle parole con le coordinate dei vertici del cubo di $\mathbb{R}^3$ dato da $[0,1]\times[0,1]\times[0,1]$. Inoltre due vertici di tale cubo sono congiunti da uno spigolo se solo se differiscono esattamente per una coordinata. L'identificazione data è quindi un isomorfismo di grafi tra $G$ e $G'$.

Figura 15: L'isomorfismo tra i grafi dell'esercizio 14.12
\begin{figure}\begin{center}
\psfig{file=cubo.ps,width=8cm} \end{center}\end{figure}

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Soluzione dell'esercizio 16.1  Chiaramente $E(G) \supseteq \bigcup_{i\in I}E(G_i)$. Proviamo l'inclusione opposta. Se $e\in E(G)$ allora $e=\{u,v\}$ ed i vertici $u,v$ sono evidentemente congiungibili. Allora sono vertici di una medesima componente connessa, ovvero esiste $i$ tale che $u,v\in V(G_i)$. Per definizione di componente connessa e di sottografo indotto $e=\{u,v\}\in G_i$. Quindi, per l'arbitrarietà di $u,v\in E$ se ne deduce che $E(G) \subseteq \bigcup_{i\in
I}E(G_i)$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 16.2 Segue immediatamente dall'esercizio precedente e dall'osservare che gli insiemi dei lati di due componenti diverse sono necessariamente disgiunti.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 16.3 Siano $u,v\in V(G)=V(G')$, dato che $G'$ è connesso esiste una passeggiata in $G'$ che li congiunge, sia questa $P=(v_0,v_1,\dots,v_n)$. Ossia $\{v_i,v_{i+1}\}\in E(G')$ per ogni $i$. Ma dato che $G'$ è un sottografo di $G$, allora $E(G')\subseteq E(G)$ e quindi $\{v_i,v_{i+1}\}\in E(G)$ per ogni $i$, ossia $P$ è una passeggiata in $G$, quindi $u,v$ sono congiungibili in $G$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 19.1 Sia $e=\{x,y\}$ e siano $u,v\in V(G\%e)=V(G)\cup\{z\}$, si hanno due casi:

  1. $u \ne z$ e $v\ne z$;
  2. $u=z$ oppure $v=z$.
Nel primo caso sia $(u=v_0,v_1,\dots,v_n=v)$ un cammino in $G$ che congiunge $u$ e $v$. Se questo non passa per il lato $e$, allora è un cammino anche in $G\%e$, se invece per qualche $i$ si ha $e=\{v_i,v_{i+1}$ allora basta considerare il nuovo cammino $(v_0,\dots,v_i, z, v_{i+1},\dots,v_n)$ che congiunge $u$ a $v$ in $G\%e$.

Nel secondo caso, supponiamo che $v=z$ allora per il passo precedente sappiamo che $u$ è congiungibile con $x$ in $G\%e$, d'altra parte $x$ è congiungbile con $z$ e quindi $u$ è congiungibile con $z=v$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 19.2 Sia $v=i\in\{1,dots,n\}$, allora

\begin{eqnarray*}
V(C_n-i)&=&\{1,\dots,i-1\}\cup\{i+1,\dots,n\}\\
E(C_n-i)&=&...
...dots,\{i-2,i-1\}\} \cup
\{\{i+1,i+2\},\dots,\{n-1,n\},\{n,1\}\}
\end{eqnarray*}



Ma allora la funzione $f:\{1,\dots,n-1\}\to \{1,\dots,i-1\}\cup\{i+1,\dots,n\}$ definita da

\begin{displaymath}
f(j)=\Big\langle
\begin{array}{lcl}
i+j &\hbox{\rm {se}} ...
...
j-(n-i) =j+i-n &\hbox{\rm {se}} & j\ge n-i+1\\
\end{array}\end{displaymath}

è un isomorfismo. Chiaramente $f$ è bigettiva. Inoltre

\begin{displaymath}
\{f(j),f(j+1)\} = \left\{
\begin{array}{lcl}
\{i+j,i+j+1\} &...
...
\{j+i-n,j+i-n+1\} &\hbox{\rm {se}} &j>n-i
\end{array}\right.
\end{displaymath}

da cui segue che $f$ mette in bigezione i lati dei due grafi, ossia è un isomorfismo.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 19.3 Sia $G$ hamiltoniano, e sia $H$ un sottografo di $G$ isomorfo a $C_n$ che contiene tutti i vertici di $G$. Allora $H-v$ è un sottografo di $G-v$ che contiene tutti i vertici di $G-v$. Ma $H$ è isomorfo a un cammino (esercizio precedente) che è connesso. Si conclude allora invocando l'esercizio 16.3.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 19.4 

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Soluzione dell'esercizio 19.5 Usando l'esercizio precedente, possiamo supporre che $e=\{n,1\}$. Ma allora si verifica immediatamente che la funzione $f:\{1,\dots,n,n+1\}\to\{1,\dots,n\}\cup
\{z\}$ definita da

\begin{displaymath}
f(i)=\big\langle
\begin{array}{lcl}
i & \hbox{\rm {se}} & i\le n \\
z & \hbox{\rm {se}} & i = n+1
\end{array}\end{displaymath}

è un isomorfismo tra $C_{n+1}$ e $C_n\%e$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 19.6 Possiamo supporre che $e=\{n-,n\}$. Ma allora si verifica immediatamente che la funzione $f:\{1,\dots,n,n+1\}\to\{1,\dots,n\}\cup
\{z\}$ definita da

\begin{displaymath}
f(i)=\big\langle
\begin{array}{lcl}
i & \hbox{\rm {se}} & ...
...\rm {se}} & i = n\\
n & \hbox{\rm {se}} & i = n+1
\end{array}\end{displaymath}

è un isomorfismo tra $P_{n+1}$ e $P_n\%e$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 19.7 

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Soluzione dell'esercizio 19.8 

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Soluzione dell'esercizio 19.9 

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Soluzione dell'esercizio 19.10 

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Soluzione dell'esercizio 19.11 

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Soluzione dell'esercizio 19.12 

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Soluzione dell'esercizio 19.13 

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Soluzione dell'esercizio 20.1 

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Soluzione dell'esercizio 20.3 Un cammino in $G$ che congiunge due vertici diversi da $v$ non può passare per $v$, in quanto i vertici di un cammino, eccetto al più il primo e l'ultimo, hanno grado almeno $2$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 20.4 Per l'esercizio precedente $T-v$ è connesso. D'altra parte se $T-v$ avesse un ciclo, questo sarebbe un ciclo anche in $T$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 20.5 Sia $G$ un grafo connesso con $n$ vertici, indichiamo con $f(G)$ il numero di foglie di $G$. Se $n=2$ allora il numero di foglie è esattamente $f=2$. Se $n\ge3$ proviamo che allora il numero di foglie è $f(G) \le n-1$. Lo proviamo per induzione su $n$. Se $n=3$ si vede facilmente, analizzando tutti i grafi connessi con $3$ vertici (sono solo 2) che il massimo numero di foglie è $2$ (uno ne ha $2$ e l'altro non ne ha). Supponiamo la tesi vera per $n$ e sia $G$ un grafo connesso con $n+1$ vertici. Se $G$ non ha foglie allora la tesi è vera ($f(G)=0\le n$) altrimenti sia $v\in V(G)$ una foglia. Il grafo $G-v$ è connesso, ha $n$ vertici e quindi, per ipotesi di induzione, $f(G-v)\le n-1$. D'altra parte $G$ ha al più una foglia in più di $G-v$ (il vertice $v$) e quindi

\begin{displaymath}
f(G) \le f(G-e) + 1 \le n-1 +1 =n
\end{displaymath}

che è la tesi.

Un esempio è dato dal grafo $G$ definito da:

\begin{eqnarray*}
V(G) & = & \{0,1,\dots,n-1\}\\
E(G) & = & \{\{0,i\}\mid i=1,\dots,n-1\}
\end{eqnarray*}



Si può provare che a meno di isomorfismo questo è l'unico grafo connesso con $n$ vertici e $n-1$ foglie. Infatti sia $G$ un tale grafo. $G$ deve avere un vertice di grado $n-1$. Infatti se $k$ è il grado dell'unica non foglia, allora

\begin{displaymath}
\sum_{v\in\vee (G)}\deg(v)=n-1+k = 2 \left\vert E(G)\right\vert
\end{displaymath}

d'altra parte se $G$ è connesso, $\left\vert E(G)\right\vert\ge
n-1$ quindi $k\ge
n-1$. È altresì chiaro che un vertice di un grafo con $n$ vertici può avere grado al più $n-1$ e quindi $k=n-1$.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 20.6 Siano $T_1,\dots,T_k$ le componenti connesse di $F$, allora ogni $T_i$ è un albero, ma allora per ogni $i$ si ha $\left\vert(\right\vert V(T_i))=\left\vert(\right\vert E(T_i))+1$. Dal fatto che $\sum_{i=1}^k\left\vert(\right\vert V(T_i)=\left\vert(\right\vert V)$ e $\sum_{i=1}^k\left\vert(\right\vert E(T_i)=\left\vert(\right\vert E)$ segue immediatamente la tesi.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 21.1 Siano $v,u\in V(G)=V(G')$, allora, dato che $G'$ è connesso, esiste una passeggiata $P=(v_0,\dots, v_k)$ in $G$ che congiunge $U$ a $v$ , ossia:

Dato che $G'$ è un sottografo di $G$ si ha che $E(G')\subseteq E(G)$ e quindi $\{v_i,v_{i+1}\}\in E(G)$ per ogni $i$. Di conseguenza $P$ è una passeggiata in $G$ che congiunge $u$ a $v$. Per l'arbitrarietà di $u,v\in V(G)$ si ha la tesi.     back.gif


Soluzione dell'esercizio 21.2 

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Soluzione dell'esercizio 21.3 Sia $T$ un albero di copertura di $G$. Chiaramente $\left\vert V(T)\right\vert=\left\vert V(G)\right\vert$ e dato che $T$ è un sottografo di $G$ allora $\left\vert E(T)\right\vert\le \left\vert E(G)\right\vert$ e quindi, usando la formula che lega il numero di lati con il numero dei vertici di un albero, si ha

\begin{displaymath}
\left\vert E(G)\right\vert\ge \left\vert E(T)\right\vert = \left\vert V(T)\right\vert - 1 = \left\vert V(G)\right\vert - 1.
\end{displaymath}

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Soluzione dell'esercizio 21.4 

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Soluzione dell'esercizio 23.1 

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Luminati Domenico 2002-06-07