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Lezione 16 (19 aprile 1999 h. 9.30-10.30)

Anello delle serie formali

Sia R un anello commutativo con identità. Consideriamo l'insieme $R^\mathbb N$delle successioni a valori in R. Se $a\in R^\mathbb N$ denoteremo con an il valore della funzione a sul naturale n.

Sull'insieme $R^\mathbb N$ possiamo definire due operazioni:

\begin{eqnarray*}(a+b)_n & = & a_n+b_n
\\
(ab)_n & = & \sum\limits_{i=0}^na_ib_{n-i}
\end{eqnarray*}


Per la commutatività della somma nell'anelle R il termine n-esimo del prodotto di due serie formali si può anche scrivere:

\begin{displaymath}(ab)_n=\sum_{i+j=n}a_ib_j
\end{displaymath}

intendendo in tal modo dire che la somma è estesa a tutte le coppie di indici i,j la cui somma è n.

Proposizione 16.1   L'insieme $R^\mathbb N$ con le due operazioni appena definite è un anello commutativo con identità. Tale anello viene chiamato l'anello delle serie formali a coefficienti in R.

Dim.  La verifica che la somma definisca una struttura di gruppo abeliano in cui lo 0 è la successione costantemente nulla (i.e. 0n=0 per ogni n) ad in cui l'opposto della successione a è la successione (-a)n=-an è lasciata per esercizio.

Dalla definizione e dal fatto che R è commutativo segue immediatamente che il prodotto di serie formali è commutativo. Proviamo che il prodotto è associativo.

\begin{eqnarray*}(a(bc))_n & = & \sum_{i+j=n} a_i(bc)_j = \sum_{i+j=n}
a_i(\sum...
...um_{i+j=n}\sum_{h+k = i}a_h b_k c_j=\sum_{j +h +k =n}a_h b_k c_j
\end{eqnarray*}


quindi (a(bc))n=((ab)c)n per ogni n e quindi (a(bc))=((ab)c).

Proviamo ora la proprietà distributiva.

\begin{eqnarray*}(a(b+c))_n & = &
\sum_{i+j=n} a_i (b+c)_j=\sum_{i+j=n} a_i (b_...
...m_{i+j=n} a_i b_j+ \sum_{i+j=n} a_ic_j=
(ab)_n+(ac)_n=(ab+ac)_n
\end{eqnarray*}


dato che questa relazione vale per ogni n allora a(b+c)=ab+ac. L'altr aproprietà distributiva segue dalla commutatività del prodotto.

Consideriamo la successione 1 definita da

\begin{displaymath}1_n=\big\langle
\begin{array}{ll}
1 & \quad \hbox{\rm {se }}n=0 \\
0 & \quad\hbox{\rm {se }}n\ne 0
\end{array}\end{displaymath}

allora

\begin{displaymath}(1a)_n=\sum_{i=0}^n1_ia_{n-i}=1a_n=a_n
\end{displaymath}

poiché tale relazione vale per ogni n allora 1a=a. Che anche a1=asegue dalla commutatività del prodotto.     $\square$

Anello dei polinomi

Definizione 16.2   Chiameremo polinomio una serie formale definitivamente nulla (i.e. esiste n tale che ak=0 per ogni k>n). Se a è un polinomio, chiameremo grado di a il numero

\begin{displaymath}\deg a=\max(k\in \mathbb N\mid a_k\ne0\}
\end{displaymath}

con la convenzione che $\deg 0=-\infty$.

Proposizione 16.3   Se a e b sono polinomi, allora anche a+b e ab lo sono e
  
$\displaystyle \deg(a+b)$ $\textstyle \le$ $\displaystyle \max\{\deg a,\deg b\}$ (22)
$\displaystyle \deg(ab)$ $\textstyle \le$ $\displaystyle \deg a + \deg b$ (23)

Se R è un dominio di integrità, allora nella (23) vale l'uguaglianza.

Dim.  Se $n>\max\{\deg a,\deg b\}$necessariamente an=0 e bn=0 e quindi an+bn=0 per ogni $n>\max\{\deg a,\deg b\}$, quindi a+b è un polinomio e vale la (22).

Sia $n> \deg a + \deg b$ e consideriamo $(ab)_n=\sum_{i+j=n}a_ib_j$. Se $i \le
\deg a$ e $j \le \deg b$ allora $i+j\le \deg a +\deg b < n$, quindi in ogni addendo della somma che esprime (ab)n o $i>\deg a$ o $j>\deg b$ ossia almeno uno tra ai e bj è nullo. Quindi tutti gli addendi sono nulli e pertanto (ab)n=0. Pertanto ab è un polinomio e vale la (23).

Sia R un dominio di integrità e siano $h=\deg a$ e $k=\deg b$ e consideriamo $(ab)_{h+k}=\sum_{i+j=h+k}a_ib_j$. Di tutti gli addendi di questa somma, l'unico che può essere non nullo è quello che si ottiene con i=he j=k (in tutti gli altri casi possibili si ha che o i>h e quindi ai=0o j>k e quindi bj=0). E quindi $(ab)_{h+k}=a_hb_k\ne 0$ in quanto $a_h\ne
0$, $b_k\ne 0$ e R è un dominio di integrità.     $\square$

Proposizione 16.4   L'insieme dei polinomi è un sottoanello dell'anello delle serie formali.

Dim.  La proposizione precedente mostra che l'insieme dei polinomi è chiuso per somma e prodotto. D'altra parte è evidente che le successioni 0 e 1 sono dei polinomi e che se a è un polinomio allora anche -a lo è.     $\square$

Osservazione 16.5   Indichiamo ora con P l'anello dei polinomi a coefficienti in R, e consideriamo l'applicazione $i:R\to P$ definita da $i(r)=(r,0,\dots0,\dots)$, ossia i(r) è la successione tale che i(r)0=r e i(r)n=0 per ogni n>0. L'applicazione i è un morfismo di anelli. Infatti

\begin{eqnarray*}i(r_1+r_2)_n&=&\big\langle
\begin{array}{lll}
r_1+r_2 &\hbox{...
... {se}} & n = 0
\\
0+0=0 & \hbox{\rm {se}} & n > 0
\end{array}\end{eqnarray*}


e quindi i(r1=r2)=i(r1)=i(r2).

\begin{eqnarray*}i(r_1r_2)_n&=&\big\langle
\begin{array}{lll}
r_1r_2 &\hbox{\r...
...\
\sum\limits_{i=0}^n0=0 & \hbox{\rm {se}} & n > 0
\end{array}\end{eqnarray*}


Chiaramente il morfismo i è iniettivo, quindi è un isomorfismo con la sua immagine, possiamo, e d'ora in poi lo faremo, identificare R con la sua immagine i(R). Osserviamo ancora che se $r\in R$ e a è un polinomio, allora

\begin{displaymath}(ra)_n=ra_n \quad \forall n.
\end{displaymath}

Proposizione 16.6   Sia $x=(0,1,0,\dots)$. Allora per ogni $i\in\mathbb N$, xi è la successione tale che

\begin{displaymath}(x^i)_n=\big\langle
\begin{array}{lll}
0 & \hbox{\rm {se}} & n\ne i \\
1 & \hbox{\rm {se}} & i = n
\end{array}\end{displaymath}

Dim.  Procediamo per induzione su i. Per i=0, dalla definizione di potenza)e:expg, segue che x0=1.

Supponiamo latesi vera per i allora

\begin{displaymath}(x^{i+1})_n=(xx^i)_n=\sum_{j=0}^n x_j (x^i)_{n-j} = \big\lang...
...n-1} =(x^i)_{n-1} & \quad \hbox{\rm {se }} n \ge 1
\end{array}\end{displaymath}

ma per ipotesi di induzione

\begin{displaymath}(x^i)_{n-1}=\big\langle
\begin{array}{ll}
0 & \quad \hbox{\r...
...} n-1 \ne i \\
1 & \quad \hbox{\rm {se }} n-1 = i
\end{array}\end{displaymath}

quindi in definitiva

\begin{displaymath}(x^{i+1})_n=\big\langle
\begin{array}{ll}
0 & \quad \hbox{\r...
...\ne i + 1 \\
1 & \quad \hbox{\rm {se }} n = i + 1
\end{array}\end{displaymath}

    $\square$

Osservazione 16.7   L'osservazione e la proposizione precedenti permettono allora di scrivere ogni polinomio nel modo usuale. Infatti

\begin{eqnarray*}(a_0,a_1,\dots,a_n,0,\dots,0\dots) & = &
(a_0,0,\dots,0\dots) ...
...)=
\\
&=&a_0x^0+a_1x^1+\cdots+a_nx^n=\sum\limits_{i=0}^n a_ix^i
\end{eqnarray*}


D'ora in poi si userà questa notazione per i polinomi, e si indicherà con R[x] l'anello dei polinomi a coefficienti in R.

L'anello delle serie formali si denota invece con R[[x]]. Il nome serie formali deriva dal fatto che una serie può essere pensata come una ``somma infinita'' del tipo $\sum_{i=0}^\infty a_ix^i$ essenso x come nella proposizione precedente. È chiaro che questa è però soltanto una comoda notazione, in quanto in un anello non si possono fare somme infinite.

Osservazione 16.8   Dalla (16.3) segue che se R è un dominio di integrità allora anche R[x] lo è. Infatti se $P,Q\in R[x]$ e sono non nulli, allora $\deg
PQ=\deg P+\deg Q>-\infty$ e quindi $PQ\ne 0$. D'altra parte è chiaro che se R non è un dominio allora a maggior ragione non lo è R[x] che contiene R come sottanello.


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Domenico Luminati
1999-07-08